Applicazione degli elettrodi

Bioimpedenziometria

L’analisi d’impedenza bioelettrica, o bioimpedenziometria, a corpo intero, è attualmente il metodo di elezione in grado di valutare l’idratazione corporea. Utilizzata e interpretata correttamente, la bioimpedenziometria è in grado di cogliere variazioni d’idratazione tissutale, per misura diretta e specifica di grandezze elettriche indipendenti dal peso corporeo. La tecnica attuale, sfrutta gli elettrodi cutanei utilizzati per l’elettrocardiogramma, posizionati in due coppie (tecnica tetrapolare mano-piede) consentendo l’esecuzione delle misure in modo rapido (meno di cinque minuti, inclusa l’applicazione degli elettrodi), non invasivo, innocuo, indolore, ripetibile, a basso costo. Nella bioimpedenziometria standard in monofrequenza, viene iniettato un impulso di corrente alternata a 50 kHz d’intensità innocua per i tessuti (400 mA). L’analizzatore restituisce le due componenti del vettore impedenza, Resistenza (Rs) e Reattanza (Xc) in ohm. Nella bioimpedenziometria convenzionale un software, sfruttando equazioni di regressione che generalmente includono statura, peso, età, e sesso, trasforma la misura d’impedenza in volumi (intracellulare, extracellulare), masse (grassa, magra, cellulare), metabolismo basale, e altre grandezze dell’analisi di composizione corporea. In tal modo si possono ottenere valori numerici stimati della composizione corporea (appunto chilogrammi di grasso, litri di acqua extracellulare etc.).
Esempio di bioimpedenziometria convenzionale

Nella bioimpedenziometria vettoriale, ovvero quella che traduce i valori registrati dallo strumento in un grafico di resistenza-reattanza, si ottiene una migliore comprensione della composizione corporea, la quale si avvale dell’analisi vettoriale delle misure dirette Rs e Xc, normalizzate per l’altezza H, in assenza di vincoli a modelli compartimentali o assunzioni sull’idratazione. Il metodo è denominato grafo resistenza-reattanza o nomogramma BIAVECTOR®, che confronta il vettore misurato in un individuo con l’intervallo di riferimento della popolazione normale, di forma ellissoidale, espresso in percentili della distribuzione normale (i percentili sono individuati da tre ellissi concentriche di confidenza 50%, più interna, tolleranza 75%, intermedia, anormalità 95% esterna).
Il nomogramma BIAVECTOR® mostra graficamente lo stato fisiologico di un soggetto, permettendo un veloce controllo dei risultati.

Nomogramma BIAVECTOR®

Il vettore di un soggetto ben nutrito cade nei due settori a sinistra dell’asse mediano lungo, con aumento progressivo di angolo di fase. Il vettore di un soggetto malnutrito cade alla destra dell’asse mediano lungo. Fuori dal settore in basso rispetto all’asse corto e a destra cadono i vettori di soggetti cachettici, con riduzione progressiva dell’angolo di fase.
Fuori dal settore in alto rispetto all’asse corto e a destra rispetto all’asse lungo cadono i vettori lunghi dei soggetti anoressici con angolo di fase ridotto. Variazioni dell’idratazione sono associate ad un accorciamento (iperidratazione) o un allungamento (disidratazione) del vettore di impedenza lungo l’asse lungo. Lo stato d’idratazione di un soggetto si normalizza quando il vettore si avvicina al centro del grafo (Piccoli et al, 1995; Heymsfield et al., 1996).

Stratigrafia della regione anteriore della coscia

Adipometria-stratigrafia

La stratigrafia del tessuto adiposo consente di eseguire una scansione bidimensionale delle sedi anatomiche, in cui si desidera valutare la reale morfologia dei pannicoli adiposi e delle fasce muscolari ed eventualmente la loro evoluzione a seguito di una dieta ipocalorica, nonché del cambiamento dello stile di vita come ad esempio l’incrementata attività fisica (Utter e Hager, 2008).
L’adipometro si avvale di una tecnologia basata sugli ultrasuoni in riflessione ed è in grado di mostrare in una mappa monocromatica i diversi strati adiposi e le fasce muscolari sotto cute, per una profondità fino a dieci centimetri. Gli spessori di cute, grasso superficiale e grasso profondo (nell’ipoderma) e le diverse fasce muscolari divengono in questo modo visibili all’operatore e di semplice ed immediata interpretazione.
è uno strumento che consente di misurare con notevole accuratezza i risultati ottenuti e monitorarli nel tempo. La precisione della misurazione degli strati è stimabile intorno a più o meno due decimi di millimetro a livello della coscia (dove le strutture anatomiche sono ben definite) e più o meno quattro decimi di millimetro a livello dell’addome. Tuttavia, la stratigrafia non misura solamente lo spessore dei tessuti, ma consente di effettuare una analisi qualitativa degli stessi, distinguendo ad esempio un muscolo ben allenato da uno meno o un tessuto adiposo “fermo” metabolicamente, da uno che sta “bruciando”, in cui lo strato adiposo si assottiglia.
Le stratigrafie, consentono di utilizzare parametri intuitivi per lo studio della composizione corporea quali lo spessore in millimetri, valori locali e immediatamente riconoscibili, evidenziando la differenza tra uno strato di grasso superficiale per “isolamento termico” e uno più profondo di accumulo e per “riserva di energia”, in modo da poter comprendere la reale situazione del paziente in merito agli accumuli adiposi (Utter e Hager, 2008).
Vanno ricercate le linee di demarcazione tra i diversi tessuti che sono, dallo strato più superficiale a quello più profondo:

  • Cute: regolare, zona del tutto nera, raramente più di 2 mm
  • Adipe Superficiale: spessore tipicamente regolare, ecogenico (colore scuro)
  • Adipe Profondo: dimensioni spesso non regolari, luminosità maggiore; sono frequenti le zone bianche all’interno dovute alla struttura di strati sovrapposti
  • Muscolo: non regolare, può avere più fasce, si può rilevare lo spessore del
    muscolo solo in alcuni siti